Durante il periodo di riscaldamento l’aria interna ha una percentuale di umidità (acqua contenuta nell’aria) superiore a quella esterna, questo comporta il passaggio di vapore attraverso il perimetro isolante (involucro) dall’interno verso l’esterno.
Nell’attraversare i vari strati che compongono le strutture passa dalla temperatura interna (+20 °C) a quella esterna più fredda e potrebbe raggiungere la “temperatura di rugiada” e condensare.
Questo fenomeno non solo è incompatibile con le prescrizioni di legge ma assolutamente pericoloso per la conservazione delle proprietà coibenti e portanti delle strutture oltre che causa di insalubrità dei locali (formazione di muffe non visibili perché interne agli strati dell’involucro).
Il progettista deve prevedere una corretta stratificazione per regolare questo flusso anche nelle condizioni atmosferiche più sfavorevoli previste per la zona climatica in cui si trova l’edificio.
Una soluzione efficace è rappresentata dalla posa di teli traspiranti che si distinguono in:
che si differenziano per la loro capacità di trattenere più o meno quantità di vapore.
Per distinguerli basta verificare sull’etichetta il valore di S d che li differenzia:
S d < 1 ml membrane traspiranti per la tenuta al vento
2 ml. < S d < 20 ml. per un freno al vapore e
S d > 100 ml. per una barriera al vapore
Se ne può inserire anche più di uno nel pacchetto di una struttura (parete o solaio che sia) ma seguendo queste semplici regole:
Nelle condizioni climatiche del clima freddo temperato, ovvero del centro nord Italia, il pacchetto del tetto ha un telo “Freno al Vapore” sul lato caldo interno e uno telo a tenuta d’aria (vento) su lato esterno
Sd = μ (coefficiente di permeabilità al vapore) X s (spessore espresso in ml.)
Corso Cento Cannoni 8 (piano 3)
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